CULTURAL LANDSCAPES. LUIGI ZOJA PRESENTA: PARANOIA. LA FOLLIA CHE FA LA STORIA – GIOVEDI’ 4 APRILE ORE 20:30

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GIOVEDÌ 4 APRILE

CULTURAL LANDSCAPES
LUIGI ZOJA PRESENTA: PARANOIA. LA FOLLIA CHE FA LA STORIA.
Ore 20:30

“Sarebbe dunque opportuno allargare il nostro concetto di libertà: essa non è solo una condizione che poteri esterni (di cui diffideremo sempre) ci devono elargire, ma qualcosa che dobbiamo concedere a noi stessi. Naturalmente non è facile. La condizione normale dell’uomo è ricadere prima o poi nella paura: e, se non interroga se stesso abbastanza a fondo, di non riuscire a padroneggiarla e di attribuirla nuovamente a qualcosa di esterno per darle un senso. [..]
La paura, e la conseguente proiezione del male sugli altri, è anche una incapacità di accettare la storia – personale e collettiva – e le tragedie che in essa si consumano. Prima o poi, da qualche nemico ci si deve difendere: e questo purtroppo non dipende da noi. Ma guai se diventiamo nemici di noi stessi: cosa che avviene non quando il problema della libertà interiore non è risolto – non lo è mai in modo definitivo – ma quando non è preso in considerazione.”
Luigi Zoja

Il Grind House Club è lieto di ospitare una delle voci più autorevoli del panorama culturale italiano e uno degli esponenti di maggiore spicco dello junghismo internazionale: Luigi Zoja. Rifiutando una visione riduzionistica e semplicistica dell’uomo e della società, separando l’uno dall’altra e limitandoli rispettivamente all’analisi intrapsichica o allo studio dei dati socio-economici privo dell’attenzione alla dimensione interiore, Zoja lungo tutta la sua carriera ha dato molta attenzione ai numerosi mutamenti avvenuti in seno alla contemporaneità attraverso l’analisi e l’ascolto dei suoi numerosi malesseri come la tossicodipendenza, l’eclissi e crisi della figura paterna, il terrorismo e l’atomizzazione sociale con conseguente erosione e disgregazione del tessuto vitale collettivo in cui siamo tutti immersi.
Proprio a partire da quest’ultima osservazione, Zoja individua fra i mali più pericolosi e urticanti della società contemporanea, e anche come motore di tante terribili tragedie passate specie lungo il ventesimo secolo, la paranoia, intesa come duplice movimento di irrigidimento soffocante su di sè e aggressione istintiva verso l’altro. Irrigidimento su convinzioni pregresse ma fallaci e mai sottoposte a un esame di realtàma proprio per questo granitiche e irrobustite dall’inversione di cause ed effetto, in quanto uno dei tratti della paranoia è proprio la sua dimensione di profezia che si auto-avvera che poi porta all’aggressione, psichica o fisica, verso chi e cosa si percepisce e disegna come nemico, tanto terribile e odiato quanto drammaticamente necessario all’economia psichica della paranoia, in quanto capro espiatorio e oggetto di proiezione negativo.
Le dimensioni infettive e collettive della paranoia hanno portato spesso alla sua sottovalutazione, tanto in ambito storico (in quanto comportamento di massa è stato spesso ritenuto “normale”) quanto in ambito psicologico, concentrandosi esclusivamente sulla figura dell’individuo paranoico. La società di oggi si presta come terreno particolarmente fertile alla paranoia: la duplice tenaglia dell’atomizzazione sociale, e quindi degradazione delle relazioni, e dell’accelerazione dei mutamenti in seno alla collettività, spesso in senso accentratore, verticistico e ingiusto, favoriscono la clausura della mente e del cuore, così come l’ignoranza di sè favorisce la ricerca di nemici e colpevoli, rendendo spesso le vittime delle difficoltà sociali non molto migliori dei loro carnefici e loro involontari complici, in una spirale di rabbia e odio senza fine, come testimoniano tristemente anche gli avvenimenti degli ultimi anni, mascherata da un’apparente ragionevolezza e alimentata dal gioco moltiplicativo e autoreferenziale dei mass-media. In questo senso la follia, spesso, fa davvero la storia.
Tuttavia, una via d’uscita è possibile. Una via non particolarmente appariscente o rumorosa, priva di effetti speciali: la via della liberazione interiore, il riconoscimento e riappropriazione della propria interiorità, compresa l’Ombra. Il coraggio di “diventare ciò che si è” di cui parlava Nietzsche e che Jung chiamava “processo di individuazione”, condizione necessaria per giungere poi anche all’azione corretta nel mondo e quindi anche verso una maggiore libertà di azione e vita in esso, nonostante le difficoltà e delusioni che inevitabilmente abitano la vita.
Discuteremo di tutto questo, e molto altro, con il dottor Zoja con un’ampio spazio all’interazione con il pubblico. Non mancate!

L’AUTORE

Nato nel 1943 e laureato in Economia, Luigi Zoja cominciò i suoi studi in ambito sociologico a partire dalla fne degli anni sessanta. Di lì a poco, frequentò l’Istituto Carl Gustav Jung di Zurigo, presso cui conseguì il diploma di psicologo analista. Ha lavorato in clinica a Zurigo, poi privatamente a Milano, a New York e ora nuovamente a Milano come psicoanalista. Presidente del CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) dal 1984 al ‘93. Dal 1998 al 2001 presidente della IAAP (International Association for Analytical Psychology), l’Associazione che raggruppa gli analisti junghiani nel mondo, poi Presidente del Comitato Etico Internazionale della stessa. Già docente presso il C.G. Jung Institut di Zurigo, presso l’Università dell’Insubria e attualmente presso l’Università di Macao (Cina).

Ha tenuto corsi e conferenze presso università e altre istituzioni in Italia, Svizzera, Germania, Austria, Gran Bretagna, Danimarca, Olanda, Francia, Grecia, Rep. Ceca, Russia, Polonia, Romania, Bulgaria, Lituania, Slovenia, Israele, Giappone, Cina (Rep. Pop.), Stati Uniti, Messico, Argentina, Cile, Uruguay, Brasile, Equador, Venezuela, Tunisia, Sudafrica.

Pubblicazioni di libri e articoli in quindici lingue.

Fra i testi principali in italiano ricordiamo: Nascere non basta. Iniziazione e tossicodipendenza (1985 e 2003); Coltivare l’anima (1999); Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre (2000) (Premi Palmi e Gradiva Award); Storia dell’arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo (2003); La morte del prossimo (2009); Contro Ismene. Considerazioni sulla violenza (2009) (Premio Internazionale Arché); Paranoia. La follia che fa la storia (2011); Utopie minimaliste (2013) (Premio Rhegium Julii); Nella mente di un terrorista (2017).

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