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CULTURAL LANDSCAPES
MERCOLEDÌ 15 MAGGIO – ORE 20:30
SANDRO CHIGNOLA PRESENTA: ATTUALITÀ DI FOUCAULT. NELLE MAGLIE DELLE RETI. RELAZIONI, POTERE, SENSO.
” Il singolo come imprenditore di sé ed un ambiente sociale in grado di autoregolare i propri rapporti sinché venga mantenuto libero da ingerenze sono il referente delle tecnologie governamentali. Questa libertà – esattamente come l’individuo capace di sostenerla – non sono un dato, ma il prodotto di relazioni «governate» rese possibili da un potere che non ne dispone, ma che cresce dentro di esse, riproducendone le condizioni di possibilità.
Il soggetto, questo uno dei principali risultati dell’indagine foucaultiana, non è libero, ma viene prodotto come libero. Viene cioè pensato, formato, disciplinato come circoscritto da dispositivi securitari che governano il sistema in cui egli agisce adeguando singolo e mercato a ciò che essi devono essere l’uno in rapporto all’altro. Il soggetto imprenditore di sé non è il soggetto libero delle retoriche liberali classiche a stretta desinenza giusnaturalistica, ma il soggetto reso libero da tecnologie che gli restituiscono la possibilità di esserlo in un ambiente altrimenti rischioso, complesso come quello degli interessi concorrenziali e delle reti della valorizzazione, e che non può essere completamente addomesticato, assoggettato, dalla legge come può esserlo invece il lupo trasformato in cittadino da Hobbes, perché descritto dalle traiettorie incomprimibili di un’azione rispetto alla quale egli deve comunque essere lasciato libero di agire.
Governare – è questa la caratteristica decisiva del concetto – non significa disporre del soggetto, imporgli una coazione. Nemmeno quella, tipicamente democratica e in cui si ricapitola l’intera storia della sovranità, di una volontà generale formalizzata in termini procedurali come effetto di un contratto di ciascuno con tutti. Governare significa condurre, orientare. Ed, in particolare, indirizzare alla finalità che loro conviene comportamenti, attitudini, condotte liberi, regolandone aspetti singolari e coordinate generali.”
Sandro Chignola
Per il settimo incontro di stagione di Cultural Landscapes, mercoledì 15 maggio alle 20:30 ,desideriamo proseguire il nostro cammino dentro le problematiche del contemporaneo e quindi soffermarci su uno degli autori che più di molti altri ha saputo penetrare e donare uno sguardo nuovo e non banale alle formazioni sociali, politiche e relazionali che presto sarebbero diventate egemoniche in Occidente, Michel Foucault.
Una delle caratteristiche più evidenti delle profonde trasformazioni che hanno investito e investono l’uomo nel suo complesso (sociale, politico, relazionale, identitario…) negli ultimi decenni è la progressiva mutazione del rapporto dell’uomo col potere e con la sua identità. L’uomo contemporaneo vive il paradosso di non aver mai posto così tanta attenzione alla propria identità e autodeterminazione e al contempo di trovare quest’identità come fragile, sempre bisognosa di conferme e rassicurazioni, dubbia. Si diffonde come mai prima l’uso di psicofarmaci, l’insorgere di patologie come la depressione, si vive con un profondo senso di instabilità e precarietà.
Come mai? Fra i molti motivi, possiamo individuare una insistente pervasività e una richiesta d’adesione totali all’ordine valoriale collettivo, che principalmente è quello del continuo accrescimento di valore, che trae forza proprio dal suo non essere oppositivo rispetto le istanze del soggetto, ma di avvolgerlo completamente, dando ad esso l’illusione di non essere intrappolato fra le sue maglie invisibili e proprio per questo ineludibili.
In un certo senso, siamo giunti al punto in cui un vero e proprio “fuori” non esiste più, dove per “fuori” intendiamo uno spazio (sociale, mentale, geografico ecc) libero dall’insidiarsi del discorso di auto-accrescimento, iscritto forse oramai proprio alla radice della psiche collettiva. La tecnologia, infatti, rende possibile e trasforma in realtà uno scenario in cui “algoritmi setacciano, estraggono, incrociano, accumulano e confrontano i dati nei quali il vivente, ritrascritto a partire dalla mobilità dei suoi desideri, delle sue opzioni, delle posizioni che lo localizzano, viene scomposto e provvisoriamente riassemblato come una sequenza di bit”.
Di fronte a un panorama del genere, che senso assume quella ricerca e definizione di sè, di cui Foucault aveva intuito la futura centralità rovesciata nel senso che abbiamo descritto e a cui dedicò l’ultima parte della sua opera intellettuale?
Tutto ciò che nasce è destinato a sparire, e quindi anche queste rigide (e tali proprio per la loro invisibilità e pervasività) catene non sono eterne. Forse, per liberarsene, è necessario anche decostruire, ripensare, mettere in prospettiva gli assiomi che sono dati come centrali,”decostruendo la propria supposta posizione, scoprendo che la propria posizione è tale tra posizioni, non è la posizione dell’universale, e magari sviluppando un senso critico anche rispetto al proprio provincialismo irriflesso, a quello reale”.
C’è molto da scoprire, celato sotto ciò che si dà per scontato.
A parlare di tutto ciò avremo con noi Sandro Chignola, uno dei più autorevoli filosofi dediti al pensiero focaultiano, noto in Italia e anche all’estero (numerose le sue partecipazioni in convegni e iniziative fuori dai confini nazionali). Non limitiamoci ad incontrare Foucault e il suo pensiero, ma siamo a lui fedeli fino in fondo e cerchiamo di andare oltre Foucault stesso.
L’AUTORE
Sandro Chignola è professore ordinario di filosofia politica presso l’Università di Padova e Visiting Professor presso la Universidad Nacional de San Martin (UNSAM) di Buenos Aires. Fa parte del comitato scientifico di diverse riviste in Italia e all’estero. Scrive sulle pagine culturali de «il manifesto». I suoi ultimi libri sono: Storia concettuale e filosofia politica (FrancoAngeli, 2008); Il tempo rovesciato. La Restaurazione e il governo della democrazia (Il Mulino, 2011); Il diritto del comune. Crisi della sovranità, proprietà e nuovi poteri costituenti (ombre corte, 2012); Foucault oltre Foucault. Una politica della filosofia (DeriveApprodi 2014); Da dentro. Biopolitica, bioeconomia, Italian Theory (2018).